Domande frequenti
Mancanza di personale nelle scuole
Perché le insegnanti e gli insegnanti lanciano l’allarme solo adesso?
Il problema della mancanza di personale nelle scuole non scomparirà dall’oggi al domani. Al contrario: secondo gli scenari per il sistema di formazione dell’UST, l’aumento del numero di allieve e allievi nella scuola obbligatoria che si registra dal 2011 è destinato a perdurare. A giocare un ruolo chiave, oltre all’immigrazione, è anche il (lieto) incremento delle nascite: il numero di nascite nel 2021 è stato il più alto mai registrato dagli anni ‘70. Ne consegue che tra il 2022 e il 2031 l’aumento del numero di allieve e allievi si attesterà tra l’8,2 e l’11,4%, a seconda del grado di scuola. In termini assoluti, questo significa che nel 2031 nelle scuole obbligatorie ci saranno circa 86 000 allieve e allievi in più rispetto al 2021.
Per riuscire a gestire il numero crescente di allieve e allievi, tra il 2022 e il 2031 dovranno essere formati fino a 47 000 nuovi docenti. Tuttavia, nello stesso periodo le alte scuole pedagogiche rilasceranno probabilmente solo 34 000 diplomi. Pertanto, nel prossimo futuro mancheranno circa 13 000 nuovi insegnanti.
Inoltre, la carenza di personale non si limita al corpo insegnante, sebbene sia soprattutto questo il tema al centro del dibattito pubblico. Mancano anche logopedisti e logopediste, docenti in pedagogia specializzata e altre figure scolastiche.
Per quale motivo la mancanza di insegnanti è ancora così poco evidente?
I Cantoni riescono a coprire i posti vacanti sul breve periodo. Ma in che modo? Assumendo persone senza diploma d’insegnamento o con un diploma inadeguato, rinunciando a lezioni di sostegno (ad esempio nell’ambito della pedagogia specializzata o della logopedia), ricorrendo a docenti che sono già in pensione, incrementando i gradi di occupazione o aumentando le dimensioni delle classi. È ovvio che, grazie all’improvvisazione e al grande impegno delle dirigenze scolastiche e dei team in loco, si trova sempre un modo per garantire le lezioni.
Queste soluzioni però non devono diventare una regola, altrimenti comprometteranno la qualità dell’istruzione in Svizzera, con conseguenze per l’intero Paese. Sul medio termine, l’allentamento dei requisiti per la professione di insegnante porta a una spirale negativa: se per insegnare non serve più una formazione, aumenta il carico di lavoro per il personale formato, cala lo stimolo a conseguire il diploma anche in un secondo momento, e alla fine ne risentono sia il prestigio che l’impegno nei confronti della professione. Questo, a sua volta, diminuisce l’attrattività della professione e rende ancora più difficile invogliare le persone idonee a scegliere questo mestiere.
Perché il corpo insegnante si lamenta del carico di lavoro?
Il mestiere di insegnante è cambiato: l’attività principale dell’insegnamento è affiancata da un carico di lavoro e da pretese sempre maggiori.
- Il sistema scolastico è diventato più professionale. Questa professionalizzazione ha portato molti vantaggi, ma anche un aumento delle mansioni amministrative.
- La collaborazione tra scuola e genitori è più impegnativa e dispendiosa di un tempo.
- Con i nuovi mezzi di comunicazione, aumentano anche il tempo dedicato alla comunicazione e la richiesta di reperibilità degli insegnanti. Se prima il personale insegnante incontrava i genitori una volta all’anno, oggi i colloqui in presenza e al telefono sono decisamente più numerosi.
- Il numero di bambine e bambini con bisogni educativi speciali è aumentato, come anche i compiti di coordinamento (consulenza pedagogica, assistenza sociale scolastica, altro personale scolastico).
- Le scuole si sviluppano molto più rapidamente rispetto al passato, ad esempio in ambito informatico. Ne conseguono più corsi di perfezionamento e riunioni.
Molti di questi sviluppi sono positivi e fanno naturalmente parte di una società che cambia. Tuttavia, le mansioni che si aggiungono alle lezioni richiedono sempre più tempo e concentrazione. Rimane così sempre meno tempo per il mandato di formazione, per ciò che i docenti e le docenti vorrebbero fare di più: insegnare.
Inoltre, le pretese della società nei confronti della scuola e del personale docente sono aumentate in modo esponenziale. Molte sfide sociali (problemi di dipendenza, violenza, mobbing, scelta della professione, ricerca di sbocchi lavorativi, ecc.) vengono oggi delegate completamente alla scuola. La stessa cosa si verifica sempre più spesso anche per l’educazione vera e propria. Più la mole delle mansioni aggiuntive cresce, maggiore è la probabilità di sovraccarico.
Quanto è alto il numero di insegnanti che decide di lasciare il proprio lavoro?
Anche se la fedeltà alla professione dell’insegnante è elevata, il numero di persone che lasciano questo mestiere continua a crescere, anche a causa del sovraccarico di lavoro. Oltre alle persone che vanno in pensione, ogni anno circa 7 000 docenti decidono di smettere di insegnare. In una situazione occupazionale già molto complicata, questa fluttuazione è troppo alta.
Inoltre, sempre più insegnanti riducono il loro grado di occupazione a causa delle sempre maggiori pretese avanzate alle scuole. In un sondaggio condotto tra il personale insegnante del Cantone di Berna nel 2023, la preoccupazione per la propria salute – insieme alle responsabilità familiari – è stata di gran lunga la ragione più ricorrente per la scelta del lavoro part-time.
Al piano d'azione per un'istruzione di qualitÃ
Che cos’è il piano d'azione per un'istruzione di qualità ?
Con il piano d'azione per un'istruzione di qualità , LCH e le associazioni cantonali delle insegnanti e degli insegnanti vogliono reagire alla grave mancanza di personale docente nelle scuole. Sono previste azioni su due livelli:
- a livello nazionale una campagna mirata segnalerà il problema della carenza di insegnanti;
- a livello cantonale verrà chiesto di ancorare esplicitamente l’istruzione di qualità nelle Costituzioni e nelle leggi cantonali, obbligando così i Cantoni ad assumere un numero sufficiente di insegnanti e personale scolastico qualificato.
Quali azioni vengono intraprese per spingere i Cantoni a far fronte alla mancanza di insegnanti?
L’obiettivo di LCH e delle associazioni cantonali delle insegnanti e degli insegnanti è che l’istruzione di qualità venga inserita nelle Costituzioni e leggi cantonali come mandato e obiettivo prioritario. Per questo motivo organizzano iniziative, petizioni o altri tipi di azioni in diversi Cantoni per spingerli ad agire.
Non si forniscono volutamente misure dettagliate nelle iniziative: l’attuazione del mandato costituzionale spetta ai governi e ai parlamenti cantonali.
Quali misure devono adottare i Cantoni?
Non esiste una sola misura capace di risolvere il problema della carenza di insegnanti nelle scuole. Piuttosto, servono una serie di miglioramenti e adeguamenti. Le misure presentate di seguito renderebbero il lavoro di insegnante nuovamente attrattivo e garantirebbero un’istruzione di qualità .
- Sgravare il corpo insegnante dai compiti amministrativi
- Meno lezioni per la maestra o il maestro di classe
- Maggiore sostegno alla promozione delle allieve e degli allievi
- Formazione di classi meno numerose
- Obbligo di formazione per il personale insegnante senza diploma d’insegnamento
- Maggior numero di offerte più adeguate per persone qualificate che vengono da altri settori
- Più posti di formazione per insegnanti
- Migliore sostegno all’inizio della carriera professionale
- Armonizzazione dei salari e offerta di salari migliori nelle fasce più basse
Per quale motivo non è prevista un’iniziativa popolare nazionale contro la mancanza di insegnanti?
Il settore dell’istruzione è organizzato secondo una logica federalista: fatta eccezione per i politecnici federali, la responsabilità delle scuole è prevalentemente dei Cantoni. Pertanto, le misure per garantire un’istruzione di qualità vanno adottate a livello cantonale.
Perché è necessario investire nell’istruzione?
In quanto società , è nostro dovere investire nell’istruzione, perché è la base del successo economico e del benessere della Svizzera. Inoltre, l’istruzione è fondamentale per il funzionamento della democrazia diretta e per la convivenza sociale.
Il diritto all’istruzione è un diritto fondamentale e spetta a chiunque, soprattutto alle bambine e ai bambini, come sancito anche dalla Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia. Ma la promozione di un’istruzione di qualità è anche un mandato costituzionale: secondo l’art. 61a della Costituzione federale, la Confederazione e i Cantoni provvedono insieme «a un’elevata qualità e permeabilità dello spazio formativo svizzero».